mercoledì 19 maggio 2010

Pensiero delle 23.34

Ma qual è la pietra che sostiene il ponte? - chiese Kublai Kan. -Il ponte non è sostenuto da questa o quella pietra - risponde Marco - ma dalla linea dell'arco che esse formano. Kublai Kan rimase silenzioso, riflettendo. Poi soggiunse: - Perché mi parli delle pietre? È solo dell'arco che m'importa. Polo risponde:- Senza pietre non c'è arco.

Il significato di queste parole è ,secondo me, di non fermarti più del dovuto a studiare ogni singolo particolare, rischi di perdere di vista la natura di ciò che stai costruendo...ma non limitarti a studiare esclusivamente la sovrastruttura d'insieme è solo il risultato naturale, senza pietre non esiste l'arco.



venerdì 12 marzo 2010

Fango- Jovanotti

Il video esiste in due versioni con due punti di vista differenti...EMOZIONANTE E RIFLESSIVO..
..



Io lo so che non sono solo
Anche quando sono solo
Io lo so che non sono solo
Io lo so che non sono solo
Anche quando sono solo
Sotto un cielo di stelle e di satelliti
Tra i colpevoli le vittime e i superstiti
Un cane abbaia alla luna
Un uomo guarda la sua mano
Sembra quella di suo padre quando da bambino
Lo prendeva come niente e lo sollevava su
Era bello il panorama visto dall'alto
Si gettava sulle cose prima del pensiero
La sua mano era piccina ma afferrava il mondo intero
Ora la città è un film straniero senza sottotitoli
Le scale da salire sono scivoli
Scivoli scivoli
Ghiaccio sulle cose
La tele dice che le strade son pericolose
Ma l'unico pericolo che sento veramente
E' quello di non riuscire più a sentire niente
Il profumo dei fiori l'odore della città
Io lo so che non sono solo
Anche quando sono solo
Io lo so che non sono solo
Io lo so che non sono solo
Anche quando sono solo
Sotto un cielo di stelle e di satelliti
Tra i colpevoli le vittime e i superstiti
Un cane abbaia alla luna
Un uomo guarda la sua mano
Sembra quella di suo padre quando da bambino
Lo prendeva come niente e lo sollevava su
Era bello il panorama visto dall'alto
Si gettava sulle cose prima del pensiero
La sua mano era piccina ma afferrava il mondo intero
Ora la città è un film straniero senza sottotitoli
Le scale da salire sono scivoli
Scivoli scivoli
Ghiaccio sulle cose
La tele dice che le strade son pericolose
Ma l'unico pericolo che sento veramente
E' quello di non riuscire più a sentire niente
Il profumo dei fiori l'odore della città
Il suono dei motorini il sapore della pizza
Le lacrime di una mamma le idee di uno studente
gli incroci possibili in una piazza
E stare con le antenne alzate verso il cielo
Io lo so che non sono solo
Io lo so che non sono solo
Anche quando sono solo
Io lo so che non sono solo
E rido
E piango
E mi fondo con il cielo
E con il fango
La città è un film straniero senza sottotitoli
Una pentola che cuoce pezzi di dialoghi
"come stai quanto costa che ore sono che succede
che si dice chi ci crede allora ci si vede"
Ci si sente soli dalla parte del bersaglio
E diventi un appestato quando fai uno sbaglio
Un cartello di sei metri dice
"è tutto intorno a te"
Ma ti guardi intorno e invece non c'è niente
Un mondo vecchio che sta insieme solo grazie
A quelli che
Hanno ancora il coraggio di innamorarsi
E a una musica che pompa sangue nelle vene
E che
Fa venire voglia di svegliarsi e di alzarsi
E di smettere di lamentarsi
E' quello di non riuscire più a sentire niente
Di non riuscire più a sentire niente
Il battito di un cuore dentro al petto
La passione che fa crescere un progetto
L'appetito la sete l'evoluzione in atto
L'energia che si scatena in un contatto
Io lo so che non sono solo
Anche quando sono solo
Io lo so che non sono solo
E rido
E piango
E mi fondo con il cielo
E con il fango

venerdì 5 febbraio 2010


Tempo verrà
in cui, con esultanza,
saluterai te stesso arrivato
alla tua porta, nel tuo proprio specchio,
e ognuno sorriderà al benvenuto dell’altro,

e dirà: Siedi qui. Mangia.
Amerai di nuovo lo straniero, che era il tuo Io.
Offri vino. Offri pane. Rendi il cuore
a se stesso, allo straniero che ti ha amato

per tutta la tua vita, che hai ignorato
per un altro e che ti sa a memoria.
Dallo scaffale tira giù le lettere d’amore,
le fotografie, le note disperate,
sbuccia via dallo specchio la tua immagine.
Siediti. E’ festa: la tua vita è in tavola.

(Derek Walcott - Amore dopo amore)

Alexander Supertramp


Il 2 luglio 1992 McCandless terminò La felicità familiare di Tolstoj dopo aver evidenziato alcuni passaggi che lo avevano commosso:

Soltanto ora capivo perché egli diceva che la felicità sta solo nel vivere per gli altri. […]
Io ho vissuto molto e mi pare di aver trovato quel che occorre per essere felice. Una vita tranquilla, appartata nella nostra solitudine di campagna, con la possibilità di far del bene alla gente, che è così facile beneficare perchè non è abituata a questo, poi il lavoro, un lavoro che sembra recare un vantaggio, poi il riposo, la natura, un libro, la musica, l'amore per il prossimo, ecco una felicità, al di là della quale non osano spingersi i miei sogni. Ma qui, oltre a tutto questo, una tale amica come voi, una famiglia, forse, e tutto quanto un uomo può desiderare.


(Jon Krakauer – Nelle Terre Estreme)

The Blower's Daughter



And so it is
just like you said it would be
life goes easy on me
most of the time
and so it is
the shorter story
no love no glory
no hero in her skies
i can't take my eyes off of you
and so it is
just like you said it should be
we'll both forget the breeze
most of the time
and so it is
the colder water
the blower's daughter
the pupil in denial
i can't take my eyes off of you
did I say that I loathe you?
did I say that I want to
leave it all behind?
i can't take my mind off of you
my mind
'til I find somebody new

Into the Wild

"Da due anni cammina per il mondo. Niente telefono, niente biliardo, niente animali, niente sigarette. Il massimo della libertà. Un estremista. Un viaggiatore esteta la cui dimora è la strada. Scappato da Atlanta. Mai dovrai fare ritorno perché the west is the best. E adesso, dopo due anni a zonzo, arriva la grande avventura finale. La battaglia climatica per uccidere l'essere falso dentro di lui e concludere vittoriosamente il pellegrinaggio spirituale. Dieci giorni e dieci notti di treni merci e autostop lo hanno portato fino al grande bianco del Nord. Per non essere mai più avvelenato dalla civiltà, egli fugge, e solo cammina sulla terra per smarrirsi nella foresta. Alexander Supertramp - Maggio 1992"



Ascoltate questo pezzo di Eddie Vedder e chiudete gli occhi...

mercoledì 10 giugno 2009

Il Gigante Rio e F.Mannoia



RIO:Passa gigante calpesta l'erba
di tutto il mondo,
Passa gigante sulla città
si porta via lo sfondo,
Passa gigante soffoca l'aria
l'acqua cambia colore
ci rimane un cielo bucato
sopra un mare da buttare
e finchè il sole cerca la luna
l'uva diventa matura
l'erba profuma tagliata
incrociamo le dita

MANNOIA: Tu come stai
quale mondo vuoi,
io volgio un posto migliore
Tu dove stai
in che pianeta sei,
questo ha bisogno d'amore

RIO: Passa il gigante graffia le stelle.
morde i pianeti.
Passa il gigante che anche lassù
da i suoi rifiuti.
sa gigante sporca di nero
tutto quello che tocca.
Cresce il gigante nell'indifferenza
di chi non apre bocca.
E finchè il sole cerca la luna
l'uva diventa matura
l'erba profuma tagliata
incrociamo le dita.

MANNOIA: Tu come stai
quale mondo vuoi,
io volgio un posto migliore
Tu dove stai
in che pianeta sei,
questo ha bisogno d'amore.
Gira la terra gira,
gira tutto gira
e pure il vento soffia ancora.
Gira la vita gira,
gira l'amore gira
e pure il vento soffia ancora.

RIO: Tu come stai
quale mondo vuoi,
io volgio un posto migliore
Tu dove stai
in che pianeta sei,
questo ha bisogno d'amore.(X 2)